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Il trionfo della descrizione nella Spagna secentesca tocca ogni genere letterario, ma solo in ambito predicatorio è accompagnato da un acuto dibattito teorico. La proliferazione di descrizioni letterarie, dai sermoni cortigiani a quelli recitati nelle grandi chiese urbane, non solo costituisce il punto focale del processo di crescente sovrapposizione tra scrittura profana ed eloquenza sacra, ma dà anche luogo a una tardiva querelle che, in certa misura, ricalca le due fondamentali polemiche d'inizio secolo con cui la cultura aurea si affranca dal coacervo retorico rinascimentale.